negli ultimi otto mesi non mi era mai successo di stare male perché mi mancano
ma ora mi manca la mamma che, non essendo mai stata in una casa universitaria prima, si mette a pulire (ma a differenza che a casa con piacere), ordinare e fare lavatrici, io che la sgrido perché non è venuta qua per lavorare ma per rilassarsi, poi usciamo, torniamo, e la cucina è di nuovo lercia perché la coinquilina ha mangiato e non ha lavato nulla; mi manca vederla parlare con la coinquilina in italiano (insomma… dialetto più che altro, l’italiano non lo sa molto) piano perché lei studia italiano ma ogni tanto indovinare una parola in tedesco; mi manca vederla viaggiare felice, sentirle dire: “se non era per te quando mai sarei venuta a bruxelles, io… mai”, che finalmente vede qualcosa al di fuori di bologna, che si confronta con altre culture, e quando sorride sia in foto che fuolri è bellisisma
mi manca papà, con le sue sigarette e io che lo sgrido, i suoi capricci, le sue frecciatine alla mamma, il nostro rapporto finalmente aggiustato…
mi manca mio fratello, la sua timidezza, il suo provare lo stesso a rispondere ai miei amici in inglese alla prima nostra festa insieme, l’ultima litigata che abbiamo fatto e mia madre he commenta con gli occhi che brillano: “quanto mi mancavano queste scene”
mi manca il mio ragazzo, mi manca noi insieme e vederlo stare benissimo insieme ai miei genitori
e a questo proposito mi manca mia madre che si impiccia e che vuole salutare la consuocera su skype mentre stiamo parlando a tutti i costi perché è curiosa e ce lo fa capire in maniera subdola
mi manca visitare una città nuova, bruxelles, tutti insieme; mi manca cantare durante il tragitto in macchina canzoni improponibili, dai modà a gigione, a un gruppo del paese di mio papà, fare conoscere al mio ragazzo la nostra cultura, il nostro dialetto, avvisarlo che al nostro matrimonio “lauretta mia” dovrà esserci e dovremo tutti piangerci sopra e non si accettano compromessi
mi manca il loro non essere abituati a camminare come me, il cucinare tutti insieme una bella grigliata a casa mia…
quando avevo storie a distanza non mi facevo problemi a piangere se mi andava, quando andavo io andavano via.
ma ora era diverso. primo perché io non sono mai stata troppo attaccata alla mia famiglia, anzi… poi perché io non ho mai voluto piangere davanti ai miei genitori, per non mostrare debolezza. oggi non volevo piangere a maggior ragione perché volevo mostrarmi forte, fare vedere che non c’è niente che non andava, allora ho tenuto un groppo in gola grande fino a che, quando ho visto la macchina partire, non sono scoppiata
non piangevo da molto, e adesso non riesco a fermarmi. non mi era mai successo per una cosa del genere. sono sempre partita e li ho sempre lasciati partire tra sorrisi e abbracci e basta.
tra poco ho un caffè coi miei amici per distrarmi e parlare della festa di ieri per prenderci per il culo e raccontarci le nostre figure di merda con l’alcol e fare un resoconto della serata, ma so che parlando di mio fratello e del mio ragazzo sarà comunque triste
mi vengono in mente le parole della mamma questa mattina: “ecco perché ho ritardato così tanto a venire… perché ora ho la malinconia e non voglio ripartire, lo sapevo che sarebbe successo”
ha anche detto che ormai il peggio è andato, che gli ultimi mesi voleranno… lo credo anche io.
io ora, dopo: una notte in cui a furia di dire cazzate al buio in camera tutti insieme ci siamo addormentati ridendo alle quattro e svegliati la mattina alle otto per andare a colonia; una sera fuori coi miei amici per fargli conoscere la mia famiglia, a letto ancora tardi per svegliarsi ancora presto per andare a bruxelles e alla sera una festa superalcolica in cui siamo rientrati alle quattro dopo avere camminato tutto il giorno…
dopo tutto questo e altro, domani mattina presto si parte alla volta di amsterdam per il king’s day, in cui voglio solo spaccarmi a merda e non pensare a nulla, perché sarà la mia ultima gita qui intorno, molto probabilmente, e perché come ha detto la mamma ormai è quasi finito tutto, devo solo studiare duro questi ultimi quattro mesi dopodiché torno a bologna
e sinceramente, dopo questo wekend bellissimo, l’idea non mi dispiace neanche molto… pensare solo agli ultimi esami prima della laurea, a convivere col mio ragazzo, godermi la vicinanza di quelli che avevo lasciato…
inizio a credere sia vero che a volte si parte solo per tornare