“leggete una frase ciasciuno e traducete” “no maria io esco”

la prof si chiederà perché vado sempre al bagno durante le sue lezioni proprio quando ci fa fare gli esercizi di traduzione istantanea dal giapponese al tedesco. ah non so, chissà perché, sono così facili per una straniera…

(se un giorno me lo chiederà non potrò manco avere la soddisfazione di rispondere: “perché fanno cagare”, perché non parla italiano)

però oggi per la prima volta non sono uscita perché avevo capito tutto e sapevo anche ridirlo in tedesco e boh, forse sono riuscita a mitigare ogni sospetto della mia codardia

domanda veloce

anche a voi è capitato che si siano azzerati i messaggi nella mailbox?

dio merda, ne avevo quasi 2000 e tenevo ad ogni singolo messaggio, invece ora ne ho solo 48 non ricordo neanche da quando

cosa può essere successo?

oggi ritirando le prove allergiche avevo un’ansia assurda che non avessero trovato allergie e di dovere fare ulteriori approfondimenti

all’infermiera viene in mente di iniziare la frase così: “non abbiamo trovato allergie…” al che io voglio morire, però poi continua con: “tranne quella alla polvere!”

a parte la simpatia del cazzo, io l’ho guardato dicendo: “come, prego? sono straniera, cosa vuol dire quella parola?”. lei mi vede turbata e risponde che non lo aveva notato e che ho un buon tedesco anche se non so dire “polvere”, e andiamo a molestare la gente in sala d’aspetto per capire che la parola che cercavamo era “dust” in inglese, quindi “polvere” in italiano.

dopo avere fatto ulteriori prove dermatologiche, nasali, cazzi&mazzi, prendo l’ultimo appuntamento tra due settimane per fare la “besprechung” con la dottoressa, in cui confronteremo i risultutati delle analisi e vedremo come curarmi. dopodiché esco

fuori dall’ospedale c’era una parafarmacia con un enorme cartello con sopra la foto di un plantare ortopedico e sotto scritto “einlage”. ricordate questo post? ecco, quanto avrei voluto vederlo prima. ora scommetto che inizierò a vedere ovunque la parola “polvere” (che ho già dimenticato)

oggi al corso di tedesco il compito era di simulare un colloquio di lavoro

premetto che sto studiando in quello che in italia sarebbe un politecnico, quindi tutti ingegneri, architetti, matematici, gente di scienza

gente che si presume essere intelligente

ebbene, la maggior parte di questi quando io e una cinese abbiamo detto di fare rispettivamente lingue e letterature e mediazione linguistica storceva il naso

mentre io bestemmiavo sottovoce e compativo la povera madre che li ha messi al mondo, si vedeva che anche il professore era infastidito, allora ha colto l’occasione per chiedere perché a un tizio a caso

quello sfigato ha detto: “perché per me è più un hobby, e se faccio tedesco è solo per lavorare in germania e guadagnare di più”

il professore l’ha cazziato dicendo: “sei consciente del fatto che senza quelli come me e che studiano o hanno studiato lingue o lettere o qualunque materia umanistica tu non avresti una cultura di nessun tipo, ma soprattutto non saresti qui a studiare tedesco per venire a lavorare in germania e guadagnare di più, vero? ah, e lascia che ti dica che io ho una seconda laurea. in ingegneria meccanica. è quello il mio hobby, anche se tu vuoi farlo diventare un lavoro mentre io ho voluto fare invece l’insegnante di tedesco”

ecco, io ho sempre avuto un forte disprezzo per quelli che considerano materie di studio universitario valide solo ingegneria e medicina, ma forte. e non li giustifico perché stanno vivendo in un’epoca in cui la cultura viene bistrattata, anche se è ciò di cui siamo fatti perché non abbiamo solo un corpo fisico da studiare e curare, ma anche una personalità che formiamo in base alla suddetta cultura e che ha altrettanto bisogno di attenzione se vogliamo stare bene in tutti i campi e non solo su quello fisico, in cui la comunicazione ci circonda ma “scienze della comunicazione” è chiamata “scienze delle merendine”, in cui proprio non capite che se c’è un corso di laurea ci devono essere anche posti di lavoro se no il problema sta altrove, alla base, non nella materia, in cui si pensa solo a guadagnare, e io sono fortemente convinta molte di queste persone debbano venire a rompere alle persone che hanno scelto ciò che davvero vogliono fare nella vita solo perché sono invidiosi perché loro non hanno avuto il coraggio di farlo, se no non mi spiego come potete essere così intelligenti a fare ingegneria ma così stupidi allo stesso tempo

(tanto magari non lavorate lo stesso, come molti miei amici ingegneri, e finite a studiare le lingue per andare all’estero venendomi a chiedermi aiuto perché non capite i verbi separabili tedeschi con la coda tra le gambe)

io leggendo le notizie in tedesco vedo la notizia: “terremoto di magnitudo 8 in nepal”, solo che all’inizio avevo letto “neapel” e ho urlato: “MAMMA LEGGI QUA, MI SA CHE NON C’E’ PIU’ NAPOLI” e per un attimo ho avuto paura per tutti i miei amici e boh, non mi fa meno male che sia stato il nepal invece a essere distrutto, ma almeno ho ancora la possibilità di vedere napoli come ho sempre desiderato

la cosa più brutta dell’avere le persone care lontano non è tanto l’essere lontani, ma quando se ne vanno via dopo avere passato dei giorni insieme

negli ultimi otto mesi non mi era mai successo di stare male perché mi mancano

ma ora mi manca la mamma che, non essendo mai stata in una casa universitaria prima, si mette a pulire (ma a differenza che a casa con piacere), ordinare e fare lavatrici, io che la sgrido perché non è venuta qua per lavorare ma per rilassarsi, poi usciamo, torniamo, e la cucina è di nuovo lercia perché la coinquilina ha mangiato e non ha lavato nulla; mi manca vederla parlare con la coinquilina in italiano (insomma… dialetto più che altro, l’italiano non lo sa molto) piano perché lei studia italiano ma ogni tanto indovinare una parola in tedesco; mi manca vederla viaggiare felice, sentirle dire: “se non era per te quando mai sarei venuta a bruxelles, io… mai”, che finalmente vede qualcosa al di fuori di bologna, che si confronta con altre culture, e quando sorride sia in foto che fuolri è bellisisma

mi manca papà, con le sue sigarette e io che lo sgrido, i suoi capricci, le sue frecciatine alla mamma, il nostro rapporto finalmente aggiustato…

mi manca mio fratello, la sua timidezza, il suo provare lo stesso a rispondere ai miei amici in inglese alla prima nostra festa insieme, l’ultima litigata che abbiamo fatto e mia madre he commenta con gli occhi che brillano: “quanto mi mancavano queste scene”

mi manca il mio ragazzo, mi manca noi insieme e vederlo stare benissimo insieme ai miei genitori

e a questo proposito mi manca mia madre che si impiccia e che vuole salutare la consuocera su skype mentre stiamo parlando a tutti i costi perché è curiosa e ce lo fa capire in maniera subdola

mi manca visitare una città nuova, bruxelles, tutti insieme; mi manca cantare durante il tragitto in macchina canzoni improponibili, dai modà a gigione, a un gruppo del paese di mio papà, fare conoscere al mio ragazzo la nostra cultura, il nostro dialetto, avvisarlo che al nostro matrimonio “lauretta mia” dovrà esserci e dovremo tutti piangerci sopra e non si accettano compromessi

mi manca il loro non essere abituati a camminare come me, il cucinare tutti insieme una bella grigliata a casa mia…

quando avevo storie a distanza non mi facevo problemi a piangere se mi andava, quando andavo io andavano via.

ma ora era diverso. primo perché io non sono mai stata troppo attaccata alla mia famiglia, anzi… poi perché io non ho mai voluto piangere davanti ai miei genitori, per non mostrare debolezza. oggi non volevo piangere a maggior ragione perché volevo mostrarmi forte, fare vedere che non c’è niente che non andava, allora ho tenuto un groppo in gola grande fino a che, quando ho visto la macchina partire, non sono scoppiata

non piangevo da molto, e adesso non riesco a fermarmi. non mi era mai successo per una cosa del genere. sono sempre partita e li ho sempre lasciati partire tra sorrisi e abbracci e basta.

tra poco ho un caffè coi miei amici per distrarmi e parlare della festa di ieri per prenderci per il culo e raccontarci le nostre figure di merda con l’alcol e fare un resoconto della serata, ma so che parlando di mio fratello e del mio ragazzo sarà comunque triste

mi vengono in mente le parole della mamma questa mattina: “ecco perché ho ritardato così tanto a venire… perché ora ho la malinconia e non voglio ripartire, lo sapevo che sarebbe successo”

ha anche detto che ormai il peggio è andato, che gli ultimi mesi voleranno… lo credo anche io.

io ora, dopo: una notte in cui a furia di dire cazzate al buio in camera tutti insieme ci siamo addormentati ridendo alle quattro e svegliati la mattina alle otto per andare a colonia; una sera fuori coi miei amici per fargli conoscere la mia famiglia, a letto ancora tardi per svegliarsi ancora presto per andare a bruxelles e alla sera una festa superalcolica in cui siamo rientrati alle quattro dopo avere camminato tutto il giorno…
dopo tutto questo e altro, domani mattina presto si parte alla volta di amsterdam per il king’s day, in cui voglio solo spaccarmi a merda e non pensare a nulla, perché sarà la mia ultima gita qui intorno, molto probabilmente, e perché come ha detto la mamma ormai è quasi finito tutto, devo solo studiare duro questi ultimi quattro mesi dopodiché torno a bologna

e sinceramente, dopo questo wekend bellissimo, l’idea non mi dispiace neanche molto… pensare solo agli ultimi esami prima della laurea, a convivere col mio ragazzo, godermi la vicinanza di quelli che avevo lasciato…

inizio a credere sia vero che a volte si parte solo per tornare